interni 2022

"ricordo di fiori (i fiori di vIttoria)" acrilici e segni a matita con acquerelli su cartone d'imballo  cm33x47,5 - ZOOM

interni 2021

interni 2020

"Prato (Pensieri)" acrilici e segni a matita su tela ricoperta di stucco cm40x40

"I nostri Pensieri come Segni a matita buttati dentro uno spazio bianco...appaiono come un prato scosso dal tempo."

interni 2019

"Rosalba" acrilici, acquarelli e matite colorate con graffi su carton legno  cm60x80

 "Quell'estate Rosalba sbagliò le misure del suo pareo. Quell'errore riuscì ad annullare l'infinito dell'orizzonte, rese banale il colore maturo dell'acqua, il bianco di un cielo satinato sopra una distesa di sabbia rinvigorita dal sole. In tanti non videro nemmeno quello."


interni 2018

"spazi colorati" acrilici su tela ricoperta di stucco cm40x40

"Colori per tele" acrilici su tela cm24x24

interni 2017

"La Casa sul Lago"  colori acrilici ed inserti di giornale su tela cm50x50

"Quando la notte si diluiva alle luci del giorno, il padre con il suo bambino era già sull'albero. Insieme aspettavano, casa tra le case...(continua)"

"occhi (sguardo)" segni di matita e colore acrilico su pezzo di cartone d'imballo cm35x54

"Due tagli in un cartone mi chiesero, mi implorarono di dargli la funzione che desideravano. Ci volle poco di colore e segni ma il risultato fu grande. I due tagli presero vita in uno sguardo che rimase lì sul cartone, senza bisogno di parole, per offrirsi ai pochi che cercavano un contatto con il Mistero dell'indivisibile."

"fiori e bolli colorati" acrilici e segni di matita su tavole di legno di pino rifinite con vernice all'acqua cm18,5x18,5

"ricordo di carote" acrilici su cartone d'imballo con tracce di stucco e segni a matita cm44,5x54

"Cercavo di ricordare il colore di quel giorno d'estate. Carote su una azzurra tovaglia cielo e il rumore di un caldo eccessivo tutt'attorno. Ricordo tutto ma non il colore di quei grassi tuberi distesi. Qualche traccia di colore appariva dietro i miei occhi ma non per il tempo necessario a fissarla su una sorta di tela improvvisata."

"Madonnina con la sciarpa d'oro" acrilici e tratto a matita con inserti di carta giornale su tela graffiata cm20x20

"Il suo sguardo incontrava gli occhi consumati dall'attesa. Quegli occhi davano sacralità alla donna."

interni 2016

"Melograni sull'asse" acrilici e tratto a matita grassa su vecchia asse trovata in riva al mare di Jesolo cm14,5x47  

"Con l'autunno cominciai a sputare aspri semi del frutto.Cercavo di cambiare per evitare di trovarmi a sputare sangue, amaro."

"boarding ship" acrilici e matite colorate su tela ricoperta di stucco con inserti di vecchia carta giornale cm40x40  (con musica di Anne Soldaat)

"Si aspettava su un vecchio molo. L'erba vittoriosa tra cemento mangiato dalla salsedine e questo vento, questo vento che da dentro, ci allontanava l'orizzonte."

"la donna di San Martino" acrilici su tela con segni a matita, foglia oro e tracce di carta giornale cm30x40

"In fondo al vialetto centrale tra immobili colori di pietre stava lì, stinta e muta. Non ci eravamo mai incontrati prima ma il Tempo, la sua casualità forse, aveva fatto si che le nostre Storie trovassero in quel luogo un punto d'incontro. Non c'erano più parole, non più colori su quelle labbra abbozzate ma ella riuscì comunque con regale distacco, a prendere la mia futura fedeltà. La lasciai in quel silenzio di pianura accaldata, sicuro che sarei ritornato."

interni 2015

"Le Case di Paola" acrilici su piccola tela ricoperta di stucco con tratti a matita cm19,5x19,5

"Il Tempo ci consuma. Come vento corrode le nostre fragili pareti che s'innalzano per allargare la linea dell'orizzonte."

"Appunti sul Nulla" acrilici, carboncino e tratto a matita su tela (3) cm24x24

"cent'anni in un segno a matita" acrilici, tratto a matita, colorato con terra rossa ed erba su busta sacco cm23x16  

"L'Arte e la Pace 1915-2015" Evento artistico-culturale europeo ed internazionale - 6° edizione/2015 - Ass. Culturale "E ART" 

 

Il lavoro rappresenta idealmente i segni che un soldato mette su un pezzo di carta, mentre attende il segnale della battaglia. Una involontaria denuncia contro l'inutilità della della guerra che strappa e rovina irrimediabilmente la vita, quando non la uccide in un tripudio di medaglie ed onorificenze.

"Dentro questa buca di zolle strappate, aspetto. Aspetto, cercando di ricordare con pochi segni il mio paese, la mia casa. Aspetto segnando le persone che ho paura di perdere. Non ho colori se non zolle di terra indifferente, bagnata dal dolore che poca erba calpestata più volte, non riesce a rinfrancare. in questa attesa, struggente si fa questa compagnia di nostalgia silenziosa. Aspetto in questa buca, l'avanzare improvviso di tanti volti senza sguardi che mai conoscerò."

il video  Qui /Here

interni 2014

"graffi" graffi su acrilico gradazione di rossi su foglio di cartone legno cm64x48 (dedicato ai lavoratori dell'Electrolux)

"Il piccolo omino era contento di essersi salvato il posto. Quel mondo di lastre di cemento posizionate con ordine inusuale per quella periferia, aveva deciso di tenerlo. “Si” lo teneva. Le lastre di cemento erano venute da lontano, per portare benessere in quel piccolo mondo dal respiro timoroso. Il benessere l’omino lo aveva avuto: discreto, silenzioso e di misurata generosità. Aveva accettato tutto ciò che doveva e non voleva, per poter arrivare a sentire e leggere quel “si”. Ora voleva lasciare un segno di vittoria per ciò che aveva ottenuto. Un segno anche per ricordare tutti i compagni che aveva perso lungo quel monotono lavoro. Non voleva nemmeno dimenticare tutti quegli ultimi giorni di attesa e di battiti convulsi che avevano segnato con graffi profondi il suo tempo. Graffi che si stavano trasformando in cicatrici per non sparire mai più. Il “si” giunto all’omino, pareva aver risolto tutto. Tutto pareva come prima ma niente si era cancellato. Per lui era diventata quasi ossessiva la volontà di lasciare un segno che suggellasse il finale di quella storia. Un mattino di una fine di stagione qualsiasi, un potente botto scosse tutto il paese. Le lastre di cemento caddero con disordine e senza dignità, come pezzi di un domino a fine serata. Tanta polvere si sollevò da quel botto. Polvere lieve e impalpabile come anime che furono, si posò superba su tutto e tutti. L’omino sentì quel botto e soddisfatto si rigirò nel letto. Si era impegnato parecchio per riuscire in un simile “presente” che facesse giustizia di quel “si” ed ora aveva bisogno di riposare. In quel momento, appagato, sentiva il peso affettuoso dei suoi compagni che come coperte, ricadevano dal letto sul pavimento di  una stanza che mai era riuscito a riscaldare."

interni 2013

 

"la donna di Antonio" acrilico con inserti in carta e segni a matita su tela cm30x45

Le pulsioni generano fantasie. Le fantasie creano una sorta di realtà parallela, esclusiva di chi la vive. Più forte è questa realtà, più diventa esclusiva ed unica per il suo "autore" che vive la solitudine di una perversa intimità. "La donna di Antonio" non è una fantasia ma una realtà vorace di passione, incapace di amare, senza volto e informe che si offre generosa a corpi senza sguardi. 

La Donna di Antonio” rappresenta una fantasia che non sempre accomuna ma che è comune. L’immagine di una donna che riporta al piacere, all’accoglienza generosa e dispensatrice del seno. La storia con le sue vicende umane, le guerre e la guerra, le invenzioni e il progresso, la società e le sue trasformazioni, non intaccano la fantasia di una donna che attende, che conferma la “funzionalità” dell’uomo. La donna “sentita” come un proprio terreno che rassicura e da potere. La donna capace di togliere come polvere, la cultura stratificatasi in pagine di libri, pitture, cattedrali, città, filosofie e mettere “a nudo” l’istinto primordiale finalizzato alla riproduzione. La donna come prodotto ma capace di produrre rotture e contrasti in un Pensiero che è stato dominante e unico. “La Donna di Antonio” rimane una fantasia inconfessata che per quanti “viaggi” l’uomo compia, non se ne allontana mai.

interni 2012

"memoria" mordente legno e acrilico su gesso acrilico e stucco cm50x20

"C'era un momento, un solo piccolissimo momento ove lui si sentiva felice. Al rientro dal lavoro la sera, in attesa di quello che lì chiamavano zuppa. Sotto la cisterna delle latrine davanti all'unico pezzo di muro sbiancato dalla calce, si ritrovava con tutti quegli "umori" di intime disperazioni, di cose passate che non si volevano dimenticare, di odore del tempo ucciso. Piccoli e timidi rivoli colavano lungo il muro. Con un chiodo arrugginito egli segnava, ad ogni oscurarsi del cielo che sopra gli stava indifferente, le persone che non voleva scordare. Il Male che soggiornava tra le pieghe di quell'umana presenza, poteva forse essere sconfitto da quei segni senza speranza. Chi veniva ucciso non era lui, non gli altri sopra la zuppa ma la banalità del male."                      (Trento, 27 gennaio 2012)

interni 2011

"fiori di Michela" gesso acrilico e cartone su tela cm24x24

interni 2010

"case sull'Argine" acrilico su carta e tela (3) cm24x24

“Nessun bene ha un argine sicuro” - don Primo Mazzolari “La casa sull’argine e l’uomo di nessuno”

 "la mia stanza" acrilico e carboncino su carta cm33x47 (prove...in prospettiva) 

"…Davanti alla televisione. Sento le solite cose ma lei non sente ciò che dico: le solite cose. Le solite cose di solite giornate che arrivano al solito imbrunire. La solita luce di lampadina a risparmio energetico che illumina le solite cose. il solito letto “pieno” dei soliti propositi. La solita stanza con le pareti troppo vicine che mi tolgono lo sguardo su un possibile domani…il solito."

interni 2009

"case d'estate" acrilico e carboncino su tela - cm40x40 (la seconda versione sempre sulla stessa tela...risistemata)

"vento e pioggia" acrilico su lamiera - 5 pannelli da cm30x50

interni 2008

"fiori sotto vetro" (ritagli di cartone) acrilico cm16.5x16.5

"I chiodi di Maurizio" acrilici su lastra di zinco arrugginita fissata su tela cm60x60

interni 2007

"notte kafkiana" acrilico su fogli di giornale su tela cm40x50

"Il dolore come un liquido denso e appiccicoso, scende lentamente lungo le pareti per disincrostarle dai segni lasciati dai nostri battiti. Riesce bene nella sua funzione. Il suo inesorabile lento movimento discendente, può logorare le fragili pareti, fino a romperle. Se ciò succedesse, niente e nessuno può zittire l’urlo della stolta speranza."

"case del... " acrilico su cartone in vecchia cornice cm68x54 (quattro tentativi)

"il caco di gioia" acrilico e carboncino su carta da imballo cm28x40 (due tentativi)

"il mondo di Stefania" acrilico su legno per piano scrivania cm--

"case per Tierno" acrilico su legno in quadrati cm39x24,5

"prove colore" acrilico su tela cm35x45

interni 2006

"cose della Val d'Ambiez" acrilico e carboncino su tela cm60x90 (prima e dopo un intervento sul colore)

"Il "vuoto" a differenza del "Nulla" permette che forme sempre nuove lo circoscrivano, lo contengano in spazi piccoli o grandi ma sempre funzionali. La "Brocca della val d'Ambiez" è un vuoto che seppur racchiuso da una forma semplice, riconoscibile, ha dato origine a rapporti intensi fatti di profumi, odori, occasioni, incontri che hanno contaminato la materia e la forma. Il "vuoto" che incontra la creatività umana, trascende dalla sua mera funzionalità di oggetto per diventare una parte essenziale dell'essere: unicità irriproducibile."

"papaveri di fine stagione" acrilico e carboncino su tela cm24x30

Qualcosa dell'Estate rimaneva sulla tela a ricordare quanto aspettato e presto dimenticato. Qualcosa forse riusciremo a trattenere: Ci potrà servire per riuscire a rimanere in questa Storia senza nome e senza tempo...

"Sovrapposizioni per Daniela e Lorenza" incisioni su gesso acrilico colorato con acrilico e matite cm50x50

I2l colore come la Storia, si sovrappone bene e male ad altri colori. Le case si “arricchiscono” sotto il peso di croste acriliche su superfici sgualcite. Semplici giochi cromatici contrastano ed evidenziano la loro ricca Storia. Il loro stare lì le fa si apparire vecchie, ma quanto mai belle."

"Case per titolo" 4 acrilici su tele cm50x40

interni 2005



(...) “Hai mai visto il Nulla, figliolo?” “Si più di una volta.” “E come è?” “E’ come se si fosse ciechi.” “Bene. E quando ci siete caduti dentro, vi rimane addosso il Nulla. Siete come una malattia contagiosa che rende gli uomini ciechi, così che non distinguono più  l’apparenza dalla realtà (...). “Ma io non voglio avere parte del Potere!” Gridò Atreiu. (...) Il Lupo Mannaro: “Non appena verrà il tuo turno di saltare nel Nulla, diventerai anche tu un servo del Potere, senza volontà ed irriconoscibile. (...) servirà il tuo aiuto per indurre gli uomini a comperare cose di cui non hanno bisogno, ad odiare cose che non conoscono ed a credere cose che li rendono ubbidienti od a dubitare di cose che li potrebbero salvare."  (pag. 154-156 de "La Storia Infinita" M. Ende)